Ora ne abbiamo la conferma: la campagna moralizzatrice-investigativa dell’Inps contro i falsi invalidi ha avuto risultati fallimentari dal punto di vista economico, ma in compenso ha allargato in maniera drammatica lo stigma della disabilità, in ultima analisi la discriminazione delle persone con disabilità. Lo dimostra la ricerca pubblicata sull’ultimo numero di Welfare Oggi, rivista diretta dal professor Cristiano Gori, docente di Politica sociale alla Cattolica di Milano.
Vediamo. Secondo Gori e Carlo Giacobini, coautore della ricerca, le somme recuperate sui 300.000 controlli dell’Inps nel bienio 2009-2010 ammontano all’1 per cento della spesa totale per invalidità. Una cifra ritenuta marginale.
Io mi permetto di dire che non sono d’accordo su questa valutazione: attorno alla disabilità c’è stata storicamente una connivenza che ha trasfornato le provvidenze in moneta di scambio elettorale e clientelare. Un malcostume che andava e va combattuto.
Sono invece del tutto d’accordo con la condanna degli abusi che in nome di questo malcostume sono stati compiuti dall’Inps e che il nostro blog ha denunciato fin dagli esordi.
Il sentirsi sospettati ingiustamente di un abuso risulta “particolarmente doloroso” per i disabili e per le famiglie che li assistono. Inoltre gli stessi vertici dell’Inps hanno ricevuto “costanti segnalazioni” di persone con patologie irreversibili convocate a visita. Per tacere dei clamorosi ritardi nell’esame delle nuove pratiche, provocati soprattutto dall’attività straordinaria di controllo che ha messo in difficoltà la stessa macchina amministrativa dell’Inps.
Questa campagna indiscriminata, assicurano Gori e Giacobini, lascerà il segno. Rafforzerà “la cultura retrograda della disabilità” ridotta a pregiudizio popolare contro i falsi invalidi (un falso invalido uguale tutti falsi invalidi tranne i casi gravissimi). Segnerà una devastante retromarcia culturale che consoliderà lo stereotipo della disabilità come malattia e come costo sociale”.
Un’altra eredità di cui dovremo essere grati al governo Berlusconi e al ministro Tremonti in particolare.
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