mercoledì 3 ottobre 2012


A Castellabate, ameno centro del Cilento reso celebre dal film “Benvenuti al Sud”, che evidentemente descriveva una situazione troppo idilliaca per essere vera, M.R., tunisino di 49 anni, uccide con ben otto coltellate il 66enne Giuseppe Niglio, pare  per vendicare il tentato stupro della figlia.
Alla periferia di Prato, una folla inferocita tenta farsi giustizia sommaria nei confronti di un uomo accusato di aver abusato sessualmente di un ragazzo di 14 anni del posto. Sei poliziotti rimangono feriti mentre tentano di calmare gli animi di parenti e amici della vittima, che prima tentano di sfondare la porta di casa del presunto pedofilo armati di molotov, mazze ferrate, catene, taniche di benzina e poi inveiscono e colpiscono le forze dell'ordine che cercano di allontanarli.
In Texas un padre sorprende un uomo ad abusare sessualmente della sua bimba di quattro anni e lo picchia fino ad ucciderlo. Sul web si sprecano i commenti a favore  del gesto.
Chissà se gli aspiranti linciatori hanno riflettuto sul fatto che anche l’attentatore di Brindisi era come loro un fautore della giustizia fai da te, sentendosi truffato dai suoi soci in affari e non tutelato dai giudici (qualche giorno prima del suo arresto un uomo prima fermato poi risultato completamente estraneo ai fatti aveva rischiato il linciaggio, così le vittime innocenti dell’attentato sarebbero diventate due, a dimostrazione che ogni presa di posizione presa sull’onda emotiva del fatto a caldo rischia di provocare ancora più danni del fattaccio in se’ ..).
L’accavallarsi di gesta sempre più terribili da parte di improvvisati giustizieri della notte, e soprattutto il consenso popolare che accompagna spesso questi gesti (ossia, in definitiva, la regressione forcaiola  per cui la pena di morte – espunta dal codice penale – viene  reintrodotta a furor di popolo sotto forma di giustizia sommaria) sembrano legati a doppio filo alla malagiustizia garantita (si fa per dire) da uno Stato che non da l’impressione di tutelare adeguatamente le vittime.
E chi ci va di mezzo a volte – come a Prato- sono le forze dell’ordine, prese tra l’incudine della rabbia popolare ed il martello dell’inefficienza statale.
Così accadde quando un nonno sconvolto dall’omicidio di sua nipote, di nome Virginia Fereoli, chiese ai carabinieri, che l’avevano in custodia, di consegnargli l’assassino e quelli per tutta risposta lo incriminarono per non so quale reato. Avrebbero forse potuto, quei caramba, fargli una semplice lavata di testa, ma non si può che condividere una posizione di fermezza verso ogni tentativo di sottrarre allo Stato il monopolio della violenza.  
Qui tornano utili le parole che pronuncia  il  capitano Picard di Star Trek, vera pillola di saggezza: “Pensiamo di essere così progrediti, torture, supplizi per gli eretici, roghi delle streghe, inquisizione  sembrano così lontani, storie antiche. Poi, senza neanche accorgecene,  improvvisamente torna la minaccia che tutto ricominci”.

Parma, 20/06/2012

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