A Castellabate, ameno centro del Cilento reso celebre dal
film “Benvenuti al Sud”, che evidentemente descriveva una situazione troppo
idilliaca per essere vera, M.R., tunisino di 49 anni, uccide con ben otto
coltellate il 66enne Giuseppe Niglio, pare per vendicare il tentato stupro della figlia.
Alla periferia di Prato, una folla inferocita tenta farsi
giustizia sommaria nei confronti di un uomo accusato di aver abusato
sessualmente di un ragazzo di 14 anni del posto. Sei poliziotti rimangono
feriti mentre tentano di calmare gli animi di parenti e amici della vittima,
che prima tentano di sfondare la porta di casa del presunto pedofilo armati di
molotov, mazze ferrate, catene, taniche di benzina e poi inveiscono e
colpiscono le forze dell'ordine che cercano di allontanarli.
In Texas un padre sorprende un uomo ad abusare sessualmente
della sua bimba di quattro anni e lo picchia fino ad ucciderlo. Sul web si
sprecano i commenti a favore del gesto.
Chissà se gli
aspiranti linciatori hanno riflettuto sul fatto che anche l’attentatore di
Brindisi era come loro un fautore della giustizia fai da te, sentendosi
truffato dai suoi soci in affari e non tutelato dai giudici (qualche giorno
prima del suo arresto un uomo prima
fermato poi risultato completamente estraneo ai fatti aveva rischiato il
linciaggio, così le vittime innocenti dell’attentato sarebbero diventate due, a
dimostrazione che ogni presa di posizione presa sull’onda emotiva del fatto a
caldo rischia di provocare ancora più danni del fattaccio in se’ ..).
L’accavallarsi
di gesta sempre più terribili da parte di improvvisati giustizieri della notte,
e soprattutto il consenso popolare che accompagna spesso questi gesti (ossia,
in definitiva, la regressione forcaiola per cui la pena di morte – espunta dal codice
penale – viene reintrodotta a furor di
popolo sotto forma di giustizia sommaria) sembrano legati a
doppio filo alla malagiustizia garantita (si fa per dire) da uno Stato che non
da l’impressione di tutelare adeguatamente le vittime.
E chi ci va di
mezzo a volte – come a Prato- sono le forze dell’ordine, prese tra l’incudine
della rabbia popolare ed il martello dell’inefficienza statale.
Così accadde
quando un nonno sconvolto dall’omicidio di sua nipote, di nome Virginia
Fereoli, chiese ai carabinieri, che l’avevano in custodia, di consegnargli
l’assassino e quelli per tutta risposta lo incriminarono per non so quale
reato. Avrebbero forse potuto, quei caramba, fargli una semplice lavata di
testa, ma non si può che condividere una posizione di fermezza verso ogni
tentativo di sottrarre allo Stato il monopolio della violenza.
Qui tornano
utili le parole che pronuncia il capitano Picard di Star Trek, vera pillola di
saggezza: “Pensiamo di essere così progrediti, torture, supplizi per gli
eretici, roghi delle streghe, inquisizione
sembrano così lontani, storie antiche. Poi, senza neanche
accorgecene, improvvisamente torna la minaccia che tutto ricominci”.
Parma,
20/06/2012
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