sabato 11 febbraio 2012

Le forche sempre pronte

Ricapitolando. Nel 2010 la Corte Costituzionale stabilisce che la legge sulla violenza sessuale approvata dalla maggioranza berlusconiana del Parlamento italiano nel 2009 è incostituzionale nella parte in cui obbliga il giudice a mettere in prigione un indagato per violenza sessuale su cui pesano gravi indizi, prima che qualunque sentenza entri nel merito della sua colpevolezza.Si tratta cioè di custodia cautelare, quella che viene prima della sentenza, e che il codice di procedura penale stabilisce legittima entro i limiti tassativi dell’articolo 274.
 La Corte dice che il giudice non è più obbligato a mettere in prigione l’indagato, ma può scegliere, solo però se ci sono elementi specifici relativi al caso concreto che possono far optare per misure alternative. 
La Cassazione - basandosi su tale sentenza - ha stabilito che quanto sopra vale anche per gli indagati del singolo caso di stupro di gruppo a lei rimesso: sempre se nel caso concreto ci sono «elementi specifici» per cui il giudice di merito ritenga non necessario il carcere, può infliggere misure cautelative diverse. 
Tutto qui. E' un precedente giurisprudenziale al quale i giudici di altri casi analoghi potranno certo fare riferimento, così come potranno fare riferimento a sentenze di segno opposto, se esistono. 
Tutto questo giustifica la reazione violentemente forcaiola che si è scatenata sui media e tra la gente a questa sentenza ? Ai posteri l'ardua sentenza.

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